Diario di bordo – G7 – Non è l’uomo che prende il mare…

Diario di bordo – G7 – Non è l’uomo che prende il mare…

È il mare che prende l’uomo ! da da da Pessima sorpresa questa mattina all’alba. Mentre il vento s’era calmato in serata, l’equipaggio dell’Acquarius s’é risvegliato su un’altalena, con un cielo plumbeo e il soffio dell’aria tra gli oblò socchiusi. Fuori il mediterraneo ruggisce, sconvolto da onde di quattro metri, sollevato da raffiche di 12 nodi, quasi quaranta km all’ora, un vento del diavolo che curva gli uomini sul ponte. E, oltre tutto, gira! Ovest, poi nord-ovest, e poi pieno nord. Tutti i motori ridotti, l’Acquarius, appesantito dalle sue 1800 tonnellate, salta come un tappo, gira come una trottola sull’acqua, e il viso di una parte dell’equipaggio ha preso un delicato color verdastro. Di sicuro il mare è vuoto.  Si può ben essere un migrante pronto a morire, ma nessuno va verso il suicidio. E noi facciamo dei cerchi nell’acqua fremente. Non che la terra di Libia sia poi più calma.  Dei combattimenti sono scoppiati ad ovest e al sud di Tripoli, verso la frontiera tunisina. Meglio: a ovest della capitale, la guerra… fa lo sciopero. Dei gruppi armati al servizio del governo reclamano rumorosamente una paga che non gli è stata versata. Di colpo, hanno tagliato la strada che porta a Zuwara, e la sua costa da dove parte la maggioranza dei migranti. Restano l’est, le sue spiagge, le sue correnti e i suoi passeur che hanno fondato i loro traffici a Garabuli e Khomes, a un centinaio di kilometri dalla capitale.  Il vento, la guerra, il vento di guerra: il mediterraneo in questo momento non fa sconti. E noi siamo là, migranti e marinai, sottoposti alle onde e ai capricci del tempo. Allora si provano e riprovano gli esercizi di salvataggio sull’onda lunga, ripetendo le manovre pericolose una, dieci, venti volte, come soldati all’addestramento che sanno che al momento dell’azione il gesto, divenuto automatico, permetterà d’essere efficaci, di salvare delle vite, di evitare magari che una donna o un bambino al momento dell’imbarco siano presi tra il canotto e la scaletta della nave. Ho pensato spesso a questo Zodiaco sovraffollato di migranti, che aveva lanciato un sos e che noi avevamo cercato in vano. È stato appena ritrovato, in uno stato pietoso, dalla marina militare al largo di Siracusa, in Sicilia. A bordo c’erano cento persone di cui sette donne e venti minori! Era già lontano dietro di noi, a Nord, quando abbiamo raggiunto le acque libanesi. Nel momento in cui ha lanciato il suo sos, non potevamo più trovarlo. Esasperante a dirsi che se fossimo stati 24 ore vicino avremmo potuto evitargli tre giorni di mare cattivo. Ovest, nord, ovest, nord…. La mia scrivania galleggia incerta sulle onde. “È il mare che prende l’uomo. Quando i venti gireranno, ce ne andremo!”

Aquarius 3 Marzo 2016

Jean- Paul Mari
fonte: -> http://www.grands-reporters.com/L-Edito-Septieme-jour-C-est-pas-l.html