Garanti di civiltà in pannolino – Voci dal SAR team
Aquarius, martedì 08.02.2017
Fleur Le Derff ha 26 anni, è originaria di Finistère ed è salita a bordo della Aquarius all’inizio di gennaio. Tenente sui traghetti che attraversano la Manica, ha chiesto un’aspettativa non retribuita di sei settimane per venire e dare il suo contributo all’equipe di SOS MEDITERRANEE. Mentre la nave volgeva la sua rotta verso la zona di soccorso, Fleur, scrittrice delle sue esperienze vissute, ha preso la penna per descrivere le emozioni estreme provate durante questa missione intensa e sconvolgente nel cuore del Mediterraneo.
« Sono le 03 : 30 del mattino, sotto di voi le tenebre marine, come una culla che di giorno in giorno vi offre accoglienza ; alle vostre spalle i proiettori dell’avventura umana che vi trasporta e davanti un’assembramento di umanità spinto da pianti di neonati. Hanno qualche mese di vita e più di dodici ore passate in questa imbarcazione vergognosa. Per gli adulti la « traversata » costa migliaia di euro, nella vostra testa c’è una voce cinica che chiede se ci sono bigietti ridotti per i piccoli.
Max chiede che gli vengano consegnati i bebé, ed eccoli che vi arrivano senza che riusciate nemmeno a distnguere la loro piccola sagoma dal gilet arancione e troppo grande, che gli è stato infilato attorno al collo. Immaginate che possano scivolare, che s’inabissino e che tra le vostre mani non resti che quel gilet, il loro fantasma e la vostra incompetenza…immaginate tutto ciò finché non sentite scorrere le lacrime, torturatevi ancora un po’ con questo pensiero : ed eccovi pronti. È l’unico modo che avete trovato fino a quel momento : sminuire all’estremo le proprie capacità per ottenere il massimo della propria efficienza.
Riempiono completamente il RHIB, potrebbe sembrare un’escursione scolastica. Trasporate un bimbo piccolo, mentre i più grandi si aggrappano alle vostre braccia, alle vostre gambe, bisogna aspettare che le madri tornino a prenderseli. Quando le madri arrivano si guardano intorno per cercare il proprio figlio : la loro bimba, il loro bambino. Vorreste restituirglieli tutti, ma no : ne prendono solo uno e non si curano degli altri. La grande terra ferma del loro mondo comincia a riprendere forma nel momento in cui stringono il proprio bambino. Voi restate nell’oscurità del vostro mondo.
Avete raggiunto il punto di attracco della Aquarius, loro scendono più o meno di buon grado. Voi ripartite al più presto per il gommone, sono ancora lì alcune donne e bambini e centinaia di uomini. Si comportano con più calma del solito, la vicinanza dei bambini gli ha ricordato chi sono, quei piccoli e la forza dirompente delle loro vite hanno fatto venire meno la brutalità. Garanti di civiltà in pannolino…
Seguono le donne prossime al parto, le più deboli si accasciano tra le vostre braccia, quelle che non sono nemmeno più padrone del proprio corpo e che si abbandonano sul fono dell’imbarcazione. Ci sono occhi e guancie segnati dalle lacrime, sguardi che non osano nemmeno più chiedere aiuto ed altri vigili e folli : c’è chi scoppia a ridere, chi prega a testa bassa e chi sorride come non avreste mai immaginato.
Le ore passano, il giorno si leva, arrivano altre navi e si confondono. Ora siete sul ponte della Aquarius e ci sono sempre più persone da imbarcare. C’è una donna enorme, le cui gambe cedono nel momento in cui la state prendendo, c’è chi si getta in ginocchio, bloccando completamente il passaggio, e si mette a pregare un Dio che voi vorreste insultare. Degli altri cantano inni che suonano alle vostre orecchie come un altro tipo di tortura. Ci sono quelli che muoiono dal desiderio di accendersi una sigaretta e voi che non capite, che non capite niente, che continuate a tirare su persone perché agire v’impedisce di pensare ; che vi sentite così lontani, che raccogliete i corpi con le braccia, tenendo la vostra anima a distanza. Perché niente di tutto ciò è reale, non potete immaginare niente di simile, soprattutto i loro vestiti a brandelli, la puzza inimmaginabile del loro terrore, l’esitazione dei loro gesti e, ancor meno, l’evidenza delle loro sofferenze che si scontra con le vostre limitate risorse.
Più tardi, quando sono tutti al sicuro a bordo, bisogna distruggere le loro imbarcazioni. Assistete a tutto ciò dal ponte della Aquarius. Max et Tanguy scollegano il motore posteriore e lo lasciano scivolare nel Mediterraneo, poi perforano la gomma. Pensate a quel motore, vi dite che al loro posto sareste rimasti ancora qualche secondo in più dietro il gommone, giusto il tempo necessario per vederlo inghiottire dall’acqua tornata blu. »
Testo: Fleur Le Derff
Traduzione: Sara Gisella Omodeo
Photo credits: Federica Mameli/SOS MEDITERRANEE
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