Tre giorni di operazioni complesse e drammatiche nel Mediterraneo centrale. SOS MEDITERRANEE chiede alle autorità europee e internazionali di chiarire con urgenza il quadro di intervento della Guardia costiera libica in acque internazionali
292 persone soccorse dalla nave Aquarius di SOS MEDITERRANEE in tre operazioni di salvataggio
Un neonato, bambini e casi medici tratti in salvo da un gommone intercettato dalla Guardia costiera libica
SOS MEDITERRANEE chiede alle autorità europee e internazionali di chiarire con urgenza il quadro di intervento della Guardia costiera libica in acque internazionali
1° aprile 2018 – La nave Aquarius, noleggiata da SOS MEDITERRANEE e gestita in collaborazione con Medici Senza Frontiere (MSF), ha salvato in totale 292 persone in difficoltà in acque internazionali al largo delle coste libiche nelle giornate di giovedì, venerdì e sabato, nel corso di tre distinte operazioni in condizioni particolarmente delicate.
Due salvataggi, giovedì e venerdì
Giovedì 29 marzo, mentre la nave Aquarius pattuglia a 25 miglia nautiche dalla costa, la squadra di soccorritori dell’Aquarius individua un gommone in difficoltà. Dopo aver informato il Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Roma (IMRCC) e aver ricevuto istruzioni di procedere con il salvataggio, 122 persone vengono trasferite in sicurezza a bordo della Aquarius.
Venerdì 30 marzo, la nave Aquarius viene nuovamente mobilitata dal Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Roma (IMRCC) per il salvataggio di un gommone in difficoltà avvistato da un elicottero della Marina Militare Italiana, a 38 miglia nautiche a nord di Zuwarah. «Questa operazione di salvataggio è stata delicata, il gommone era in pessime condizioni, parzialmente sgonfio e con il fondo di legno rotto. Abbiamo dovuto dispiegare delle scialuppe per mettere in sicurezza le persone prima di poter distribuire i giubbotti di salvataggio», spiega il vice coordinatore dei soccorsi di SOS MEDITERRANEE.
Mentre il salvataggio è in corso, la motovedetta 648 della Guardia costiera libica si avvicina alla nave Aquarius ad alta velocità. Il salvataggio di 131 persone in difficoltà, tra cui 12 donne e 24 minori non accompagnati, è completato appena prima del suo arrivo. La nave Aquarius declina l’offerta di assistenza della Guardia costiera libica.
In accordo con il Centro di Coordinamento del Soccorso a Roma, la nave di SOS MEDITERRANEE, con a bordo 253 sopravvissuti, continua la sua vigilanza attiva in acque internazionali a causa delle condizioni meteorologiche favorevoli per le partenze.
Sabato, 39 persone vulnerabili tratte in salvo, le altre intercettate dalla Guardia costiera libica
Sabato 31 marzo alle 10:30 la nave Aquarius riceve una chiamata dal Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Roma (IMRCC) che segnala la posizione di una imbarcazione in difficoltà individuata da un sorvolo dell’operazione EUNAVFORMED e si dirige verso questa posizione. Il gommone è individuato dai soccorritori di SOS MEDITERRANEE dopo appena un’ora di navigazione.
Alle 11:34 il Centro di Coordinamento del Soccorso di Roma informa la nave Aquarius che la Guardia costiera libica assume il coordinamento delle operazioni (caso SAR 183) e dà alla Aquarius l’istruzione di non interferire e di restare in standby. La nave Aquarius, arrivata sulla scena prima della motovedetta della Guardia costiera libica, informa l’MRCC Roma della necessità di stabilizzare la situazione distribuendo i giubbotti di salvataggio a bordo della imbarcazione sovraffollata, che continua ad avvicinarsi. La Aquarius riceve in seguito una telefonata dal centro operativo della Guardia costiera libica che si dichiara responsabile del coordinamento e l’equipaggio avverte quest’ultima dell’urgenza di distribuire i giubbotti di salvataggio. La motovedetta Al Khifra 206 della Guardia costiera libica, sulla rotta verso la scena ma ancora distante, riceve le stesse informazioni simultaneamente via radio.
Una volta acquisita l’autorizzazione della Guardia costiera libica, la Aquarius lancia le sue due scialuppe di salvataggio e comincia a distribuire i giubbotti di salvataggio.
I soccorritori constatano la presenza di bambini, tra cui un neonato e alcuni casi medici urgenti, e ottengono dalla motovedetta della Guardia costiera libica l’autorizzazione ad evacuare i casi più vulnerabili sulla Aquarius, ma si vedono interdire il soccorso delle altre persone a bordo del gommone.
39 persone, tra cui un neonato, delle donne incinte e numerosi bambini con i loro genitori vengono trasferite sulla Aquarius mentre circa 90 persone vengono intercettate dalla Guardia costiera libica e riportate in Libia. La nave Aquarius riceve l’ordine di rimanere a distanza durante l’intercettazione.
«Le condizioni attuali delle operazioni di salvataggio in mare sono inaccettabili»
«Le attuali condizioni di salvataggio in mare, sempre più complicate e con dei trasferimenti di responsabilità confusi e pericolosi durante le operazioni, sono inaccettabili. Le navi di salvataggio si ritrovano costrette a negoziare caso per caso, in alto mare, in una situazione di urgenza e di tensione pericolosa, l’evacuazione di persone in difficoltà, malate, ferite, esauste, verso un luogo sicuro dove saranno curate e protette. Mentre i mezzi in mare per salvare vite sono sempre più insufficienti, le operazioni sono ritardate, delle vite umane sono minacciate, è data priorità al rinvio delle persone in difficoltà verso la Libia, anziché alla loro messa in sicurezza» ha dichiarato Sophie Beau, vicepresidente di SOS MEDITERRANEE International.
«Non siamo né giuristi né decisori politici. Siamo un’associazione europea e civica di soccorritori in mare a bordo di una nave ambulanza che interviene là dove delle persone sono in pericolo di morte. Rispettiamo scrupolosamente, fin dall’inizio della nostra missione nel marzo 2016, il diritto marittimo internazionale e le autorità marittime e lavoriamo nel rispetto dei principi di umanità e solidarietà che hanno fondato l’Europa e sono il DNA della gente di mare.
In assenza di un protocollo chiaro, pubblico e trasparente che regoli l’intervento della Guardia costiera libica in acque internazionali al largo della Libia, esortiamo vivamente le più alte autorità europee e internazionali a chiarire il quadro d’intervento dei diversi attori in questa zona marittima, la più mortale del mondo. Se questo quadro è cambiato di recente e presto potrebbe non consentirci più di salvare vite in pericolo, se non possiamo più esercitare la nostra missione in sicurezza, crediamo che noi e i cittadini europei dovremmo esserne informati per primi» prosegue Beau.
Domenica 1° aprile, la nave Aquarius si dirige a nord per sbarcare i 292 sopravvissuti nel “porto sicuro” di Messina, indicato dal Centro di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Roma.
Le persone soccorse tra giovedì e sabato dalla nave Aquarius nel Mediterraneo centrale sono originarie di più di venti diverse nazionalità, di Paesi dell’Africa occidentale, ma anche Egitto, Libia, Pakistan, Somalia, Bangladesh. Tra loro ci sono almeno cinque donne incinte, nove bambini e 54 minori non accompagnati.
FOTO: Yann Levy / SOS MEDITERRANEE
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