7 operazioni di soccorso in meno di 36 ore – 241 minori tra i 606 migranti salvati
12.10.2017 – SOS MEDITERRANEE: 7 operazioni di soccorso in meno di 36 ore.
241 minori tra i 606 migranti salvati. Un naufrago su tre è bambino o adolescente.
50 siriani in fuga: “In Libia si paga in base alla nazionalità”.
Lo sbarco domani a Palermo.
12.10.2017 – martedì 10 ottobre la nave Aquarius della organizzazione umanitaria SOS MEDITERRANEE in partnership con MSF (Medici Senza Frontiere) ha tratto in salvo due imbarcazioni in difficoltà con a bordo rispettivamente 29 e 144 persone, in acque internazionali a Est di Tripoli, a 40 e 36 miglia nautiche dalla Costa.
Durante la notte tra martedì e mercoledì a Ovest di Tripoli, a 70 miglia nautiche dalla costa, la nave Aquarius ha poi effettuato il trasferimento di altre 36 persone da una nave mercantile che le aveva precedentemente soccorse.
Mercoledì 11 ottobre la nave Aquarius con già a bordo i 209 naufraghi soccorsi il giorno prima, è stata nuovamente chiamata a intervenire dal MRCC (Maritime Rescue Coordination Centre) di Roma per procedere al soccorso di un gommone in difficoltà a 37 miglia nautiche da Tripoli. A bordo del gommone si trovavano 130 persone, tutte portate in salvo sulla Aquarius. Successivamente, la nave Aquarius ha tratto in salvo complessivamente altre 220 persone, a bordo di due gommoni nelle acque internazionali a Est di Tripoli, su ulteriore segnalazione del MRCC di Roma.
In serata, infine, i soccorritori di SOS MEDITERRANEE hanno ricevuto istruzioni di effettuare il trasferimento a bordo della Aquarius di altre 47 persone dalla nave VOS HESTIA di SAVE THE CHILDREN.
“Alla Aquarius è stato chiesto di intervenire in 7 operazioni in 36 ore: cinque salvataggi e due trasferimenti, prima a Est di Tripoli, poi a Ovest, poi di nuovo a Est. Grazie alla professionalità delle squadre dei soccorritori e alle condizioni metereologiche clementi, le operazioni di salvataggio si sono svolte senza problemi. Tutte le persone che si trovavano in serio pericolo su imbarcazioni di fortuna in mare aperto, ora sono al sicuro a bordo della Aquarius”, ha commentato Madeleine Habib,coordinatrice SAR (Search and Rescue) di SOS MEDITERRANEE.
Tutte le operazioni di salvataggio e di trasbordo sono state coordinate dal MRCC di Roma. Al termine delle operazioni sono in totale 606 le persone a bordo della nave Aquarius che ora sta facendo rotta verso Nord e raggiungerà Palermo, il “porto sicuro” (“Port of safety”) indicato dal MRCC per lo sbarco, venerdì mattina.
Un naufrago su tre è un minore
11 donne incinte, di cui due al nono mese di gravidanza, e un neonato di appena una settimana sono stati subito presi in carico dalla ostetrica di MSF, partner medico di SOS MEDITERRANEE sulla Aquarius. Diversi naufraghi presentano sintomi di malnutrizione e appaiono provati dalla prolungata mancanza di cure, un giovane porta i segni di ferite da arma da fuoco e da machete.
Numerose donne di origine subsahariana hanno dichiarato di essere state ripetutamente vittime di violenze sessuali e di essere state imprigionate per diversi mesi.
I naufraghi soccorsi martedì e mercoledì provengono da più di 15 Paesi differenti: Siria, Egitto, Mali, Costa d’Avorio, Guinea Bissau, Sudan, Marocco, Somalia, Eritrea, Senegal, Camerun, Nigeria, Liberia, Etiopia, Algeria, Ghana, Benin, Gambia, Yemen. Tra loro anche un migrante originario della Turchia.
50 richiedenti asilo siriani in fuga dalla Libia
27 siriani, tra i quali intere famiglie con bambini e due donne incinte al nono mese di gravidanza, sono stati tratti in salvo dai team di SOS MEDITERRANEE martedì dalla prima imbarcazione. Altri 23 siriani, tra i quali ancora bambini e famiglie, sono stati poi accolti a bordo in seguito al trasferimento effettuato nella notte tra martedì e mercoledì da una nave della marina mercantile all’altezza delle piattaforme petrolifere a Ovest di Tripoli.
“Siamo fuggiti dalla Siria e siamo arrivati in Libia nel 2012. Ho lavorato nel settore delle costruzioni in Siria e in Libia ho continuato. Ma presto in questo Paese tutto è diventato caotico. In Libia non è più possibile accedere agli ospedali e ai servizi, non c’è più l’economia, non ci sono più soldi, né lavoro. Tutto ormai ruota intorno al racket e al traffico di esseri umani: a seconda della tua nazionalità ti viene chiesta una certa somma di denaro“, ha spiegato un siriano di circa sessant’anni ai volontari di SOS MEDITERRANEE.
“In Libia, se vedono Siriani dicono” dammi i soldi“. Mi hanno rubato la macchina. È diventato impossibile vivere laggiù. È uguale per tutti gli stranieri, se non sei libico non sei niente. Non ho avuto altra scelta: il mio passaporto era scaduto, era il mare o la morte“, ha continuato il testimone siriano che desidera chiedere asilo in Germania, dove si trova una parte della sua famiglia.
“Abbiamo tentato la traversata tre volte. Ma la prima volta la barca è quasi affondata, la seconda volta il tempo era troppo brutto e dei pescatori ci hanno consigliato di tornare sulla costa altrimenti saremmo morti in mare, la terza volta era questa. I trafficanti ci hanno dato una bussola e ci hanno detto: se andate in questa direzione arrivate a Malta. Se andate in questa direzione arrivate a Venezia. Se andate in questa direzione arrivate in Andalusia“. Ha aggiunto ancora il naufrago siriano, che assicura che la barca è partita da Garabulli, a Est di Tripoli.
“Le diverse operazioni di salvataggio effettuate dalla Aquarius in queste ultime ore su una vasta area marittima dimostrano che la crisi umanitaria nel Mediterraneo centrale continua o addirittura peggiora. Gli uomini, le donne e specialmente i tanti bambini salvati in mare scappano dal caos e dal clima di insicurezza e di violenza generalizzata in Libia. In mancanza di un’alternativa sicura, non hanno altra scelta che tentare la traversata del tratto di mare più mortale al mondo. SOS MEDITERRANEE non può che interpellare di nuovo le autorità nazionali ed europee sulla necessità urgente di mobilitazione di imbarcazioni di salvataggio nel Mediterraneo per intervenire in tempo, prima che le imbarcazioni di fortuna si rompano e affondino, non lasciando alcuna possibilità sopravvivenza ai loro passeggeri. Di fronte all’assenza di un adeguato dispositivo di salvataggio istituzionale, SOS MEDITERRANEE continua e continuerà la sua missione in mare durante tutto l’inverno, per il secondo anno consecutivo“, ha dichiarato Valeria Calandra, Presidente di SOS MEDITERRANEE Italia.
Foto : Anthony Jean / SOS MEDITERRANEE
SOS MEDITERRANEE opera sulla nave di salvataggio AQUARIUS, un’imbarcazione di 77 metri, in collaborazione con MSF Olanda. L’AQUARIUS ha un equipaggio internazionale: lo staff nautico, una squadra di ricerca e salvataggio (SAR) e personale medico con esperienza. La nave può ospitare sino a 500 persone.
Da quando la missione SOS MEDITERRANEE ha preso il via, a fine febbraio, sono più di 23.000 le persone salvate e soccorse a bordo della nave AQUARIUS.
Le operazioni di SOS MEDITERRANEE nel Mediterraneo Centrale sono finanziate unicamente dalla società civile. Il costo delle attività di ricerca e soccorso in mare è elevato. Per questo, per continuare a salvare vite in mare, SOS MEDITERRANEE ha bisogno di un sostegno finanziario.
Link utili:
Contatto : Barbara Amodeo b.amodeo@sosmediterranee.org