“Codice di Condotta per le ONG” è questa la risposta europea?
Marsiglia, 03.07.2017
Dichiarazione di Sophie Beau, co-fondatrice e vice Presidente di SOS MEDITERRANEE, dopo l’incontro a Parigi il 2 luglio tra i ministri dell’Interno di Francia, Germania e Italia e il Commissario europeo responsabile per le migrazioni e gli affari interni.
«SOS MEDITERRANEE è sorpresa del fatto che la prima risposta proposta dai responsabili europei per affrontare una vasta crisi umanitaria sia elaborare un “codice di Condotta per le ONG“.
Anche se SOS MEDITERRANEE e le altre ONG hanno messo in campo delle misure professionali per sopperire alle mancanze degli Stati Europei che vengono meno al loro dovere di salvare migliaia di vite in pericolo nel Mediterraneo, questa proposta di « Codice di Condotta » sembra più una strumentalizzazione contro le ONG, in continuità con le polemiche scatenate in Italia.
Convinte che un migliore coordinamento delle operazioni permetta di salvare più vite in mare, molte ONG presenti nel Mediterraneo Centrale, tra cui SOS MEDITERRANEE, hanno già spontaneamente elaborato un codice di condotta volontario, sotto l’egida di organizzazioni di soccorso in mare universalmente riconosciute.
Che dobbiamo pensare di questa mancanza totale di risposta europea di fronte ai bisogni umanitari, quando vengono ignorate da anni le richieste di aiuto di decine di migliaia di persone, uomini, donne e bambini che annegano nel Mediterraneo ; quando si getta discredito con delle simili dichiarazioni sulle organizzazioni umanitarie europee espressione della società civile; quando si preferisce esternalizzare il controllo della frontiere esterne dell’Europa abbandonandole nelle mani di un paese, la Libia, in preda al caos e dove i diritti fondamentali delle persone sono violati quotidianamente?
Sembra invece accettabile migliorare la capacità della Guardia costiera libica; finanziare la „guardia costiera libica“ la cui collusione con le reti del traffico di esseri umani è stato denunciata da un recente rapporto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite?
L’anarchia non regna nelle operazioni di soccorso in mare, regna piuttosto in Libia, paese senza istituzioni degne di questo nome, dove prolifera un traffico di esseri umani su vasta scala, più volte denunciato.
Occorre ricordare che l’intervento di uomini armati che si presentano come “guardia costiera libica » nel corso di operazioni di soccorso in acque internazionali ha messo più volte a repentaglio la vita delle persone in difficoltà e la sicurezza degli equipaggi di volontari europei di SOS MEDITERRANEE e di altre ONG, ma anche di quelli delle navi di FRONTEX e della Guardia Costiera italiana come ha riportato la stampa italiana recentemente?
Occorre anche ricordare che le operazioni di soccorso in mare, in particolare in quella zona al largo della Libia, sono già coordinate dal centro di coordinamento dei soccorsi in mare (MRCC) di Roma, in conformità al diritto internazionale del mare?
La professionalità e l’impeccabilità delle squadre di SOS MEDITERRANEE che hanno salvato più di 20.000 vite in 16 mesi di attività sono appena state riconosciute dall’UNESCO, agenzia dell’ONU, che ha assegnato loro il premio Houphouët Boigny per la Ricerca della Pace.
Il valore dell’operato delle nostre squadre di soccorso è ugualmente riconosciuto ogni giorno da tutti gli attori coinvolti quotidianamente nelle operazioni di soccorso in mare, al largo delle coste libiche, alla stessa maniera dell’azione della guardia costiera italiana che coordina ogni giorno le operazioni di soccorso che coinvolgono tutte le imbarcazioni umanitarie, commerciali, militari o di Frontex presenti nel Mediterraneo Centrale, consentendo di salvare centinaia di migliaia di vite in mare negli ultimi anni.
SOS MEDITERRANEE non può dunque che ribadire il proprio scetticismo già espresso in un messaggio al Consiglio d’Europa: come potrà l’Europa giustificare agli occhi dei suoi contribuenti e dei suoi cittadini l’allocazione di ulteriori risorse finanziarie alla guardia costiera che dipende da uno stato senza istituzioni degne di questo nome e che non garantisce il rispetto dei diritti fondamentali delle persone?
Le ONG, come SOS MEDITERRANEE che è finanziata al 98% per delle donazioni private, devono invece rimettersi alla generosità ed al senso di responsabilità della società civile per noleggiare le loro imbarcazioni ed andare a salvare delle vite in mare.
Infine, prevedendo di «fornire un sostegno addizionale all’OIM e alla UNHCR per permettere alle infrastrutture in Libia di raggiungere gli standard internazionali in termini di condizioni di vita e di diritti dell’uomo”, come indicato nel comunicato stampa finale, le autorità europee confermano che gli standard internazionali non sono oggi rispettati in Libia.
Esternalizzando il controllo delle frontiere alla Libia, i responsabili europei non possono non sapere che si rendono complici di numerose violazioni dei diritti dell’uomo e del diritto internazionale.
Auspichiamo una politica ambiziosa da parte degli Stati e l’adozione di soluzioni reali, di lungo termine, rispettose dei diritti umani e del dovere di assistenza umanitaria.
Il Mediterraneo è la frontiera di una grave crisi umanitaria, una crisi di fronte alla quale le organizzazioni della società civile, come la nostra, non hanno altra scelta che intervenire per andare a salvare delle vite“
L’associazione SOS MEDITERRANEE è interamente finanziata dalla popolazione solidale a livello globale, dall’appoggio della società civile europea!
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