Il piccolo Alex! (Cronaca di un regalo ricevuto)
Giovedì 6 ottobre 2016, ore 20,00
Sono a tavola con mia moglie, squilla il telefono, è Klaus Vogel, che piacere sentirlo.
Dovete sapere che Klaus è il fondatore della nostra Associazione SOS MEDITERRANEE.
Un anno fa ha sognato una nave, grande, tutta colorata, che solcava il Canale di Sicilia e salvava migranti a ondate successive.
Si è alzato, ha messo in testa il suo bel cappello da capitano di marina ben addestrato, ha telefonato a tanti amici che avevano fatto il medesimo sogno. Detto fatto.
Tedeschi, francesi e italiani hanno raccolto l’invito: la nave sognata si chiama Aquarius e nel giro di soli 7 mesi ha tratto in salvo oltre 7000 persone (uomini, donne, bambini, neonati).
Questo per dirvi chi era la persona il cui nome compariva sul quadro del mio cellulare.
Hello Klaus, è un piacere sentirti!
Amico mio, gracchia il telefono da Berlino, abbiamo un problema, lo so è tardi ma abbiamo un problema.
“Ricordi il piccolo Alex, nato sull’Aquarius subito dopo un drammatico salvataggio?…..”.
Mi ripete tutto con emozione, quasi a rivivere un momento della sua vita decisamente unico, travolgente, indimenticabile…. un bimbo era nato sulla “sua” nave, quella che aveva sognato una notte non poi tanto lontana.
Tre migranti con un piccolo di 4 mesi (Alex, proprio lui cui avevano dato il nome del capo dei soccorritori!) sono in Stazione centrale a Milano, persi, non sanno dove passare la notte.
Sono camerunensi, , arrivano dalla Sardegna, dove li aveva sbarcati l’Aquarius, sperano di poter raggiungere un qualche paese europeo.
Devo assolutamente tentare di risolvere il problema, voglio abbracciare il piccolo Alex.
Qui interviene un amico che pare chiamarsi Giorgio Picelli, ma che in verità fa di nome “Provvidenza”.
Aiuta da sempre ragazzi in difficoltà, li ospita in diversi appartamenti, li educa e li proietta alla vita.
Non sarà contento di questa mia pubblicità, ma tant’è.
Di una generosità che va urlata sui tetti di città che tante volte girano le spalle, se ne farà una ragione.
Incontro il gruppetto in stazione: la mamma Bernadette (21 anni) sta allattando il piccolino, il padre David (29 anni) è sommerso dai bagagli, bagagli che noi benestanti chiamiamo bagagli ma che in realtà sono la loro casa, il loro mondo, il loro tutto. La sorella Vanessa (18 anni) si muove a fatica con i tanti sacchetti che si trascina dietro e che ogni tanto cascano, è incinta.
Sono belli, più che tristi appaiono rassegnati, il ricordo del gommone che affondava mentre lontano spuntava l’Aquarius a ridare loro almeno la vita, forse dà loro la speranza che qualcosa abbia a cambiare.
Un pò controvoglia faccio qualche domanda a David….. viene fuori l’inferno: due mesi in prigione in Libia, persone uccise a colpi di fucile, bambini gettati in mare…. mi fermo lì, stiamo soffrendo tutti e due.
Una fortuna: il piccolo avrebbe atteso Aquarius per spuntare in questo mondo senza capire come stavano le cose.
Una foto con lui, mi guarda, il nero più scintillante che abbia mai visto, il bianco di due occhioni che mi studiano, non riesco a farlo ridere, è la cosa peggiore. E sì che sono bravo a far ridere i bambini.
Non ride, non piange. Guarda soltanto. Non ha un giocattolo. Ha solo il succhiotto.
Carichiamo tutto in macchina, anzi “caricano” loro le masserizie…. miracolo, ridono quando cerco di sollevare un borsone e mi pianto, troppo pesante.
Arriviamo all’ostello, si sistemano, faccio arrivare tre pizze, trovo tre birre, Alex continua a succhiare.
Allungo qualche soldo a David per il treno del giorno successivo.
Non fuma, mi ero portato un pacchetto da regalargli.
Saluti, commozione.
Prendo Alex in braccio, mi guarda…. un sorrisino… piccolo, piccolo, ma enorme per me.
Torno a casa, racconto a mia moglie una delle più belle serate della mia vita.
Grazie Klaus, grazie Aquarius, grazie SOS MEDITERRANEE.
Grazie per il vostro regalo.
Ferruccio Frigerio