Doppia Operazione di soccorso in contemporanea, salvate 252 persone – Diario di bordo
Aquarius Dom. 11.09.2016
Nel reparto per le donne sull’Aquarius, il Francese Eduard, componente della nostra squadra Search and Rescue si sta prendendo cura di Leyla, bimba di due mesi, che è l’ospite più giovane a bordo dell’Aquarius, dopo questa domenica di fuoco sul Mediterraneo. Edouard tiene la piccola bambina delicata, tra le sue braccia forti, per cullarla e farla dormire, mentre la madre è sottoposta a visita medica da parte della Dottoressa Sarah, di Médecins Sans Frontières. Sembra che Edouard si goda questo momento di pace dopo la lunga operazione di soccorso di circa 6 ore.
Ci immaginavamo che questa domenica avrebbe potuto essere movimentata a Nord-Est di Tripoli, in Libia. Le condizioni del mare Mediterraneo erano state cattive negli ultimi 4 giorni, il vento sulla terra ferma proveniva da Nord e l’Aquarius fumava in direzione Ovest-EstOvest… a 25 miglia dalla costa libica, senza alcuna allerta. Ma il tempo sarebbe cambiato durante la notte tra sabato e domenica – lo sapevamo.
“Gommone ad Est” risuona dall’altoparlante sul ponte dell’Aquarius – Sono circa le 7 di domenica. Yohann, il coordinatore di Search and Rescue a bordo dell’Aquarius scruta il mare col suo binocolo. “E ce n’è un altro”, dice.
Due gommoni con persone in pericolo, in due postazioni diverse, a parecchie miglia di distanza una dall’altra. Dobbiamo decidere quale soccorrere per primo. Dato che ancora non avvistiamo il secondo gommone decidiamo subito di iniziare il recupero dall’imbarcazione più vicina. È sovraffollata e le persone sono agitate.
“Per favore mantenete la calma” grida Asma dal megafono. Si trova sulla scialuppa di salvataggio che avvicina per prima il gommone. Il suo compito è di mediatrice e di parlare alle persone in pericolo. “Vi salveremo tutti, ma restate dove siete, state seduti, non vi muovete. Sarete tutti tratti in salvo a trasferiti su questa grande nave che si trova dietro di me.” Asma lavora per il nostro partner a bordo dell’Aquarius, Médecins Sans Frontières / Medici Senza Frontiere. Parla Inglese, Francese, Arabo e può comunicare praticamente con chiunque viaggi sui gommoni.
Dopo aver consegnato i giubbotti di salvataggio a 40 donne e 10 bambini, oltre che ad altri 70 uomini circa a bordo del gommone, iniziamo a trasferire sull’Aquarius prima le donne e i bambini. Siamo fortunati. Il vento cala e il mare è piuttosto calmo, solo qualche onda bassa.
Il secondo gommone è ancora distante. Da lontano sembra quasi sommerso dall’acqua. Ciò può significare diverse cose – anche che stia imbarcando acqua e che rischi di affondare. Dobbiamo decidere di nuovo in tempi brevi. Una delle nostre imbarcazioni di salvataggio resterà con il primo gommone e la seconda, carica di giubbotti, andrà in soccorso al secondo.
A questo punto la nostra squadra si occupa di due gommoni in due differenti postazioni e prova a salvare vite di circa due, trecento persone. “La situazione sul secondo gommone è calma. L’imbarcazione è completamente stipata di gente, le persone non hanno giubbotti di salvataggio, due donne a bordo, nessun bambino” dice Ani, la nostro vice-team leader spagnola attraverso la sua radio portatile. È una buona notizia, ma dobbiamo sbrigarci un po’ dato che le nuvole in cielo preannunciano cattivo tempo.
I due gommoni sono ancora a diverse miglia di distanza uno dall’altro. Dal primo gommone sono già state evacuate 40 persone. Decidiamo di provare a fare ripartire il motore del primo gommone. Dato che nessuno a bordo del gommone sa farlo, il nostro collega SAR Baptiste vi sale su. “È stato piuttosto facile, il motore parte quasi subito. Ho solo dovuto cambiare un serbatoio di gasolio, perchè era riempito a metà con acqua. Quando ho attaccato il nuovo recipiente da 20 litri il motore è partito subito.”
Al contempo, è la prima uscita per la nostra collega più giovane del team Search and Rescue – Mary. Deve guidare la scialuppa di soccorso mentre Baptiste si lancia nell’esperienza di guidare un vero gommone con migranti a bordo. E Mary svolge bene il suo lavoro. Ha esperienza nella navigazione su barca.
Accompagnato dalla nostra scialuppa di salvataggio il primo gommone si dirige lentamente verso il secondo e finalmente riusciamo ad avere antrambe le imbarcazioni in avaria insieme nella stessa area. L’operazione di soccorso ha richiesto più di 5 ore questa domenica. In totale abbiamo salvato 252 persone, tra di loro anche bamabini molto piccoli – la più giovane aveva solo 8 settimane. A bordo c’erano anche 5 donne incinte.
Ci hanno raccontato in seguito che sono stati nascosti sulla spiaggia in Libia per 4, 5 giorni, rifugiandosi in avallamenti e buche nella sabbia. Molti dei sopravvissuti che salviamo hanno ancora la sabbia dappertutto. I granelli sono ovunque, nei capelli e sulla pelle, come se fossero impanati.
Leyla, la passeggera più giovane a bordo dell’Aquarius, di sole 8 settimane, finalmente si addormenta tra le braccia di Edouard. Sua madre è felice di vedere la piccola bambina con un sorriso sulla sua bella faccetta morbida, tra le braccia del nostro collega di Search and Rescue. A quel punto il vento sta aumentando, le onde diventano alte e tutti a bordo dell’Aquarius sono sollevati al pensiero che l’intera operazione di soccorso di 252 persone si sia conclusa giusto in tempo e che tutti siano qui a bordo della nostra Aquarius.
Testo: René Schulthoff
Traduzione: Sara Omodeo
Photo Credits: Marco Panzetti/SOS MEDITERRANEE
Video: René Schulthoff
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