Preparativi per il ritorno in mare: formazione interna di Ricerca e Soccorso (SAR) SOS MEDITERRANEE
“Se e’ vero che il soccorso è il trasporto di persone da un luogo di pericolo a un luogo sicuro, è anche vero che il soccorso è un processo di riduzione dei rischi” – Max, Responsabile SAR SOS MEDITERRANEE
Da febbraio 2016, SOS MEDITERRANEE è impegnata attivamente nello svolgimento di soccorsi di massa nel Mediterraneo Centrale. In questi tre anni, SOS MEDITERRANEE ha concentrato le proprie forze nella standardizzazione di procedure salvavita per le persone in pericolo in mare.
Molti i criteri richiesti per la nuova nave
Dalla fine del noleggio dell’Aquarius a dicembre 2018, l’associazione è alla ricerca di una nuova nave. Questo processo è piuttosto lungo, poiché necessita di una minuziosa ricerca che risponda a diversi criteri. Per esempio, la nuova nave dovrà accogliere almeno due semirigidi, indispensabili per mettere al sicuro le persone in pericolo in mare. Per accogliere a bordo i naufraghi nelle migliori condizioni possibili, dovrà anche avere una clinica per prestare le prime cure alle persone che ne abbiano bisogno, e dovrà avere uno spazio protetto riservato a donne e bambini. Tutte queste caratteristiche, indispensabili per la sicurezza, l’efficacia ed il buono svolgimento delle operazioni in mare, limitano la scelta dell’imbarcazione. Questa dovrà peraltro avere una bandiera che possa resistere, speriamo, alle pressioni politiche cui alcuni Stati di bandiera devono far fronte da vari mesi.
In parallelo a questa ricerca, al centro delle preoccupazioni c’è la necessità di esser pronti al ritorno in mare. Le conoscenze e le esperienze acquisite dai soccorsi effettuati sono state capitalizzate e standardizzate per essere trasmesse attraverso una formazione specialistica per i soccorritori (SAR team).
Salvataggi su larga scala: di fronte a rischi molto alti, un approccio specifico
La prima formazione interna al soccorso di massa si è svolta a Marsiglia tra il primo ed il 13 marzo 2019, con la partecipazione di 15 membri del SAR team di SOS MEDITERRANEE e del personale di Medici Senza Frontiere (MSF).
Un “mass rescue”, soccorso di massa, è per definizione un soccorso in cui molte persone sono a rischio di morte in mare nello stesso momento. Questo genere di operazioni necessita di un approccio molto specifico con procedure standardizzate che permettano ai soccorritori di far fronte nel miglior modo a una moltitudine di rischi. Il nostro approccio comprende una base teorica e un metodo chiaro. Perché, come spiega Max, responsabile del SAR Team di SOS MEDITERRANEE che ha deciso di proporre questa formazione, «io non ho avuto questo privilegio quando ho cominciato… La trasmissione di conoscenze è fondamentale soprattutto per permettere ai nostri soccorritori (…) di raggiungere quel livello di professionalità cui siamo arrivati». I rischi principali nei quali si incorre durante i soccorsi di massa sono l’annegamento e lo schiacciamento, dovuto alla folla che si ammassa e al panico che si crea quando un’imbarcazione si spezza e lo spazio diminuisce drammaticamente. Max spiega che essere in grado di gestire il panico della folla – crowd control – è fondamentale per poter stabilizzare la situazione, evitare ulteriori rischi e portare in salvo il maggior numero di persone.
Formare i futuri formatori
La formazione ha avuto inizio con il contributo di un esperto esterno di ricerca e soccorso, l’inglese Howard Raam della RNLI (Royal National Lifeboat Institution), che ha formato alcuni soccorritori di SOS MEDITERRANEE in modo che potessero a loro volta formare i nuovi arrivati. Nello specifico, Howard ha fornito loro gli strumenti necessari per definire gli standards delle procedure e delle competenze tecniche necessarie, approfondendo teoria e pratica con una routine che includa una metodologia standard ripetibile. Sono stati anche introdotti concetti di competenze relazionali come nuovi modelli di leadership e il ruolo fondamentale di briefings e de-briefings.
Howard si è interessato alla situazione del Mediterraneo centrale, consapevole che il numero di persone che annegano è estremamente alto. Dichiara che se sei un soccorritore professionista che lavora in questo ambito, la politica non è importante: « ogni vita è una vita e ogni persona merita l’opportunità di essere salvata. Come le persone siano arrivate in questa situazione, quale sia il contesto dal quale provengono, quali siano le loro motivazioni o la loro nazionalità, è ampiamente irrilevante, ed è importante che chi puo’ dare una mano faccia un passo avanti e cerchi di fare quel che può». E aggiunge che «in questa formazione ci siamo concentrati sulle cose che possono veramente fare la differenza nel soccorso, creando una struttura chiara per aiutare i soccorritori a capire cosa sia accaduto, perché sia accaduto e come possano migliorare. È importante far sì che i soccorritori possano essere formati e salvaguardati per permettere loro di continuare a soccorrere persone in pericolo in mare».
Un manuale scritto dai soccorritori esperti di SOS MEDITERRANEE
La seconda parte della formazione si è basata sul manuale di ricerca e soccorso che hanno scritto alcuni dei soccorritori più esperti di SOS MEDITERRANEE. Questo manuale consiste di una documentazione delle competenze tecniche di SOS MEDITERRANEE riguardo ai soccorsi di massa in mare e alle attività SAR nel Mediterraneo Centrale.
Dopo la parte teorica del workshop, si sono svolte esercitazioni in mare su semirigidi di salvataggio, sulle quali i soccorritori hanno avuto modo di migliorare le loro capacità di guida, di manovra e delle loro competenze di leadership e di sicurezza attraverso una procedura standard. « Strutturare tutto, facendo vedere come un soccorso di massa dovrebbe essere affrontato in linea di principio, è importante non solo per noi, ma anche per i nuovi soccorritori e per le altre organizzazioni. Quindi tutto deve essere documentato correttamente per poter essere trasmesso ad altre persone», dice Charlie, membro del team SAR di SOS MEDITERRANEE. Un altro membro SAR, Viviana, aggiunge che «la formazione è stata anche un modo di ricordare le nostre esperienze in mare e un modo di tenere insieme il team attraverso un processo di team-building».
Malgrado un contesto sempre più difficile, continuare a salvare, proteggere e testimoniare, nelle migliori condizioni possibili, resta l’obiettivo principale dell’associazione. «Appena potremo, ritorneremo in mare! Dobbiamo essere lì, dal momento che le persone continuano ad annegare», dice Charlie. «Il nostro obiettivo è di tornare in mare e continuare a salvare vite», conclude Viviana.
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Scopri di più nell’intervista di Max – Responsabile SAR, SOS MEDITERRANEE – video.
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Foto: Guglielmo Mangiapane