«SOS MEDITERRANEE esprime la propria solidarietà nei confronti dei soccorritori di Open Arms, preoccupata per un passo ulteriore nella criminalizzazione della solidarietà in mare»

«SOS MEDITERRANEE esprime la propria solidarietà nei confronti dei soccorritori di Open Arms, preoccupata per un passo ulteriore nella criminalizzazione della solidarietà in mare»

Oggi 21 marzo la Aquarius – noleggiata da SOS MEDITERRANEE e gestita in partnership con Medici senza Frontiere (MSF) – naviga, dopo il consueto scalo, verso la zona di ricerca e soccorso (SAR).

Sarà l’unica nave di una Organizzazione non governativa attiva in mare, dopo il sequestro della Open Arms di Proactiva disposto a Pozzallo dalle autorità italiane, che riduce la già insufficiente capacità dei dispositivi di ricerca e soccorso che salvano vite disponibili sulla rotta migratoria più mortale al mondo.

Gli ultimi avvenimenti che hanno interessato la Ong di ricerca e soccorso “ProActiva Open Arms” sono estremamente preoccupanti per le operazioni di salvataggio nel Mediterraneo centrale e si tradurranno soltanto in più morti in mare.

 

Dopo il sequestro di Open Arms, resta una sola Ong in mare

Le Ong dedicate alla ricerca e al soccorso in mare hanno lavorato in un contesto sempre più impegnativo sul piano della sicurezza e progressivamente più povero di risorse, di fronte ad una delle crisi umanitarie più drammatiche che si consuma alle porte dell’Europa.

Per mesi SOS MEDITERRANEE ha lavorato al fianco di Proactiva nella zona SAR nelle acque internazionali al largo delle coste libiche.

Per tutto l’inverno Open Arms e Aquarius sono state le uniche navi di Ong attive che hanno condotto senza interruzioni operazioni di ricerca e soccorso in mare, unendo le proprie risorse in numerose circostanze, con l’obiettivo di salvare vite sotto il coordinamento del Mrcc (Maritime Rescue Coordination Centre) di Roma.

Dopo il sequestro, sabato 18 marzo, della nave Open Arms, SOS MEDITERRANEE è ora l’unica nave dedicata alla ricerca e al soccorso rimasta a pattugliare la zona SAR. Questo è chiaramente insufficiente in rapporto alle necessità.

 

In aumento le imbarcazioni in difficoltà intercettate e ricondotte in Libia

In numerose occasioni nel corso degli ultimi mesi la nave Aquarius ha assistito all’intercettazione di un numero crescente di imbarcazioni in difficoltà da parte della Guardia costiera libica in acque internazionali.

Le persone soccorse a bordo della Aquarius hanno ripetutamente riferito di come l’intervento della Guardia costiera libica aumenti il rischio di naufragio e annegamento. Inoltre queste intercettazioni hanno portato alla separazione delle famiglie e le persone sono state ricondotte nell’«inferno libico» da cui stavano cercando di fuggire.

La Guardia costiera libica, nel frattempo, non appartiene a un Centro di Coordinamento per il Soccorso e nessuna zona di ricerca e soccorso libica è stata mai legalmente riconosciuta dall’Organizzazione Marittima Internazionale (IOM). Per di più, in Libia nessun porto può essere considerato un «porto sicuro» come richiesto dal diritto internazionale marittimo per il completamento di un soccorso.

 

SOS MEDITERRANEE si appella agli Stati europei affinché garantiscano la trasparenza, la legalità, la sicurezza e il potenziamento delle operazioni che salvano vite in mare

Dall’inizio della propria missione in mare SOS MEDITERRANEE ha costantemente rinnovato l’appello all’Unione Europea affinché mettesse a disposizione risorse specificatamente dedicate alle operazioni di ricerca e soccorso nell’area. Nel frattempo SOS MEDITERRANEE affronta operazioni sempre più complesse in un contesto in cui professionalità, sicurezza e incolumità risultano di primaria importanza.

In numerose occasioni nel corso delle ultime settimane la confusione nel coordinamento dei soccorsi nella zona SAR ha messo in serio pericolo l’incolumità dei naufraghi e quella delle squadre di soccorritori.

«Il sequestro della Open Arms e l’indagine aperta nei confronti di Proactiva Open Arms costituiscono uno sviluppo molto preoccupante per le operazioni che salvano vite nel Mediterraneo centrale. SOS MEDITERRANEE esprime la propria solidarietà ai soccorritori di Open Arms, preoccupata per un passo ulteriore nella criminalizzazione della solidarietà in mare. Oggi la Aquarius è la sola nave di soccorso presente nel Mediterraneo centrale. Fino a quando?», ha dichiarato Sophie Beau, vicepresidente di SOS MEDITERRANEE.

Foto Yann Levy / SOS MEDITERRANEE

SOS MEDITERRANEE è un’organizzazione umanitaria europea per il salvataggio in mare sostenuta dalla società civile. Il Network europeo è composto da associazioni in Italia, Francia, Germania e Svizzera. Dal febbraio 2016 siamo attivi nel Mediterraneo con la nave di Ricerca e Soccorso AQUARIUS, un’imbarcazione di 77 metri che può ospitare sino a 550 – massimo 750 persone a seconda delle condizioni meteo e marittime. AQUARIUS è gestita in collaborazione con MSF (Medici senza Frontiere) Olanda e a bordo opera un equipaggio internazionale: lo staff nautico, una squadra di ricerca e salvataggio (SAR) e personale medico con esperienza. Dall’inizio della nostra missione ad oggi sono più di 27.000 le persone salvate ed accolte a bordo della nave AQUARIUS.

Le operazioni di SOS MEDITERRANEE nel Mediterraneo Centrale sono finanziate unicamente dalla società civile. Il costo delle attività di ricerca e soccorso in mare è elevato: 11.000 euro al giorno, necessari per pagare il noleggio della nave, il suo equipaggio, il carburante e l’insieme delle attrezzature necessarie per accogliere, nutrire e curare le persone soccorse.

Info e contatti

Barbara Amodeo  b.amodeo@sosmediterranee.org

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