SOS MEDITERRANEE soccorre 387 persone in due giorni. Una donna ritrovata morta nel fondo di uno dei gommoni. La testimonianza: «I trafficanti ci hanno detto “andate a morire nel Mediterraneo”»

SOS MEDITERRANEE soccorre 387 persone in due giorni. Una donna ritrovata morta nel fondo di uno dei gommoni. La testimonianza: «I trafficanti ci hanno detto “andate a morire nel Mediterraneo”»

Palermo, 24.11.2017 – I soccorritori della nave Aquarius, noleggiata da SOS MEDITERRANEE e gestita in partnership con MSF (Medici senza Frontiere), hanno soccorso 387 persone nel corso di 3 operazioni di salvataggio mercoledì 22 novembre 2017 e giovedì 23 novembre 2017. Un corpo è stato ritrovato nel fondo di un gommone giovedì mattina.

Le operazioni di salvataggio condotte dalla nave Aquarius si sono svolte in acque internazionali a est di Tripoli in stretto e costante coordinamento con il MRCC (Maritime Rescue Coordination Centre) di Roma.

Un giorno di salvataggi di massa nel Mediterraneo

Mercoledì all’alba, la nave Aquarius è stata contattata dalla nave militare spagnola Cantabria della operazione Sophia EUNAVFORMED per assisterla nel salvataggio di un gommone in difficoltà. Dopo aver riferito al MRCC di Roma, SOS MEDITERRANEE ha ricevuto l’istruzione di collaborare con la nave militare spagnola. Le 171 persone a bordo del gommone, tra cui 29 bambini sotto i 13 anni e 47 donne in stato di choc, sono state trasferite sulla nave Aquarius.

Il MRCC di Roma ha quindi segnalato la presenza di più imbarcazioni in difficoltà e dato alla nave Aquarius istruzioni di procedere a una ricerca attiva, mentre un elicottero del dispositivo EUNAVFORMED sorvolava la zona. Intorno alle 11.00 un gommone è stato individuato per mezzo di un binocolo dal ponte della nave Aquarius. Dopo averne riferito la presenza, l’equipaggio ha ricevuto dal MRCC l’istruzione di procedere al salvataggio. 108 persone provenienti in maggioranza dall’Africa del Nord (Marocco, Egitto, Libia), tra cui 17 donne e 19 minori, sono stati trasferiti sulla nave Aquarius.

Le 279 persone soccorse mercoledi sono state trasferite nella notte tra mercoledi e giovedi a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera italiana. Il MRCC ha indicato a fine serata che mercoledì 22 novembre sono state soccorse nel Mediterraneo in totale 1.100 persone in 11 distinte operazioni.

Ritrovato il corpo di una giovane donna

Giovedì all’alba, il MRCC di Roma ha chiesto alla nave Aquarius di avvicinarsi alla posizione di una imbarcazione in pericolo in acque internazionali a est di Tripoli. Raggiunta la posizione, la nave Aquarius ha stabilito un contatto visivo con l’imbarcazione in pericolo, ma ha ricevuto dal MRCC dapprima l’indicazione di restare in stand-by e dopo quella di allontanarsi, poiché il salvataggio era stato assegnato alla Guardia Costiera libica, la cui unità tuttavia non si trovava ancora sul posto.

Dopo una lunga attesa e in assenza di intervento da parte della Guardia Costiera libica, il MRCC di Roma, attraverso la nave militare italiana Tremiti riuscita a entrare in contatto con la Guardia Costiera libica, ha ripreso il coordinamento della operazione (Sar case 1884) e dato istruzione alla nave Aquarius di procedere al salvataggio.

«Quasi due ore dopo il primo contatto visivo, abbiamo potuto infine lanciare le scialuppe di salvataggio. Non c’era più un minuto da perdere. Questa lunga attesa ha suscitato una grande angoscia a bordo della Aquarius ma anche a bordo del gommone in difficoltà. I naufraghi erano molto agitati nel momento in cui siamo arrivati» ha spiegato Nick Romaniuk, vicecoordinatore dei soccorsi di SOS MEDITERRANEE.

A bordo del gommone è stato trovato il corpo senza vita di una donna. Alcuni passeggereri del gommone hanno spiegato al personale medico di MSF presente a bordo della nave Aquarius che la vittima era deceduta appena prima della partenza dalle coste libiche in seguito a un parto tragico. Secondo i testimoni, alcuni giorni prima la giovane donna aveva dato alla luce un bambino nato morto.

I 108 passeggeri, tra cui 16 donne e 34 minori, in maggioranza eritrei sono stati condotti sani e salvi a bordo della nave Aquarius e poi trasferiti nel tardo pomeriggio di giovedì a bordo della nave OpenArms della Ong Proactiva Open Arms su richiesta del MRCC di Roma.

«Andate a morire nel Mediterraneo»

«Il mio bambino ha un anno e mezzo, è nato nel deserto del Niger. In Libia siamo stati in prigione per 5 mesi a Sabratha, con il bambino. Le donne morivano. Una donna è morta dopo aver partorito, il cordone era stato tagliato col filo, perché non c’è niente, niente medicine, niente cure. Non ci si poteva lavare. Ci mettevano droga nel cibo, l’acqua non era potabile. Continuo ad allattare il mio bambino per proteggerlo», ha spiegato una giovane mamma camerunense soccorsa mercoledì nel Mediterraneo a est di Tripoli ai volontari di SOS MEDITERRANEE.

«La tratta dei neri esiste in Libia. In Libia tutti sono armati, anche i bambini. Si sentono spari dappertutto. Prendono le donne, le imprigionano, le torturano, ti perquisiscono e ti spogliano. Gli uomini e i bambini erano sodomizzati. Spezzavano le dita alle ragazze serrandole nelle porte», hanno spiegato ancora le donne soccorse mercoledì. «I trafficanti ci hanno spinto in mare dicendoci “andate a morire nel Mediterraneo”. Dopo abbiamo sentito soltanto il rumore del mare, era l’oscurità più totale», ha raccontato un’altra donna, anche lei camerunense, a una volontaria di SOS MEDITERRANEE a bordo della nave Aquarius.

«Dall’inizio della sua missione in mare, nel febbraio 2016, SOS MEDITERRANEE allerta la società civile, i media e i responsabili politici sulla crisi umanitaria in corso nel Mediterraneo e sulle testimonianze terribili dei migranti in fuga dalla Libia. Malgrado l’assenza di reazioni da parte dei leader europei mentre alle porte dell’Europa sono in gioco i principi fondamentali e i valori umanitari, SOS MEDITERRANEE non può accettare di veder morire in mare esseri umani né di vedere le persone riportate in Libia quando le loro imbarcazioni sono intercettate dalla Guardia Costiera libica. Ora più che mai è necessario che l’Aquarius resti nel Mediterraneo centrale per soccorrere coloro che cercano di fuggire dall’inferno, per proteggerli e per continuare a testimoniare la realtà vissuta da uomini, donne e bambini in cerca di protezione», ha dichiarato Valeria Calandra, presidente di SOS MEDITERRANEE Italia.

Foto: Fabian Mondl / SOS MEDITERRANEE

SOS MEDITERRANEE è un’organizzazione umanitaria europea per il salvataggio in mare sostenuta dalla società civile. Il Network europeo è composto da associazioni in Italia, Francia, Germania e Svizzera. Dal febbraio 2016 siamo attivi nel Mediterraneo con la nave di Ricerca e Soccorso AQUARIUS, un’imbarcazione di 77 metri che può ospitare sino a 550 – massimo 750 persone a seconda delle condizioni meteo e marittime. AQUARIUS è gestita in collaborazione con MSF (Medici senza Frontiere) Olanda e a bordo opera un equipaggio internazionale: lo staff nautico, una squadra di ricerca e salvataggio (SAR) e personale medico con esperienza. Dall’inizio della nostra missione ad oggi (novembre 2017) sono 24.775 le persone salvate ed accolte a bordo della nave AQUARIUS. Le operazioni di SOS MEDITERRANEE nel Mediterraneo Centrale sono finanziate unicamente dalla società civile. Il costo delle attività di ricerca e soccorso in mare è elevato: 11.000 euro al giorno, necessari per pagare il noleggio della nave, il suo equipaggio, il carburante e l’insieme delle attrezzature necessarie per accogliere, nutrire e curare le persone soccorse.

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Info e contatti

Barbara Amodeo +39 351 208 35 68    b.amodeo@sosmediterranee.org