Vengono nei nostri villaggi e ci uccidono – La testimonianza
Aquarius, 01 Gennaio 2017
Testimone Abu S.
Abu S.* è un ragazzo di 25 anni. “Arrivo dal Sudan. Conosci Darfur?” mi chiede, quando ci incontriamo sul ponte di poppa della Aquarius poche ore dopo essere stati salvati dal nostro team. “Si, conosco la situazione” gli rispondo.
“Le milizie vengono nei nostri villaggi e ci uccidono. Mio padre è stato ucciso da loro. Mia madre è sopravvissuta.” Abu S. ha alle spalle un viaggio lungo e sofferente. “Ho lasciato Darfur diversi mesi fa. Circa sei o sette. Ho trascorso n Libia gli ultimi 5. Era un orrore, non puoi credere a quello che succede lì.”
“Ho studiato ingegneria elettronica ma non ho mai trovato un lavoro. Non c’è alcuna speranza di trovare un lavoro a Darfur.” Quando Abu S. è arrivato in Libia è stato fermato e condotto in prigione. “Sono stato arrestato senza aver fatto nulla. Questo succede tutti i giorni. E se per caso non vieni arrestato allora magari vieni ucciso. Anche questo senza alcuna ragione.”
Abu S. è stato 3 mesi in prigione. “Mi picchiavano. Non puoi immaginarti. Poi hanno contattato la mia famiglia chiedendogli un riscatto altrimenti mi avrebbero uccicso.” La sua famiglia ha pagato. Abu S. è stato quindi rilasciato e un’altro gruppo in Libia lo ha poi obbligato a imbarcasi. “Non avevo di che pagare ma loro hanno contattato di nuvoo la mia famiglia che ha pagato per me, ancora. Spero in futuro che sarò in grado di ripagare il mio debito, di aiutarli.”
Abu S. è stata salvato dal SAR team SOS MEDITERRANEE il giorno 28.12.2016 durante una operazione che ha visto coinvolte 3 imbarcazioni di legno.
Testo: Rene Schulthoff
Traduzione: Stefano Ferri
Photo Credits: Kevin McElvaney/SOS MEDITERRANEE
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