SOS MEDITERRANEE pronta a firmare il Codice di Condotta per le ONG se prese in considerazione le principali preoccupazioni

SOS MEDITERRANEE pronta a firmare il Codice di Condotta per le ONG se prese in considerazione le principali preoccupazioni

31.07.2017

Marsiglia, Berlino, Palermo,

COMUNICATO STAMPA

SOS MEDITERRANEE pronta a firmare il Codice di Condotta per le ONG se prese in considerazione le principali preoccupazioni

Oggi, lunedì 31 luglio, si è tenuto un terzo incontro presso il Ministero degli Interni a Roma per discutere la bozza di Codice di Condotta per le organizzazioni umanitarie che conducono operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo Centrale. All’incontro hanno partecipato rappresentanti del Governo Italiano e delle ONG che conducono operazioni di ricerca e soccorso.

Non potendo essere presente all’incontro per ragioni logistiche, Sophie Beau, Vice – presidente di SOS MEDITERRANEE, ha mandato una lettera al Ministro degli Interni Marco Minniti, per spiegare perché SOS MEDITERRANEE non poteva firmare il Codice di Condotta oggi.

Per conto di SOS MEDITERRANEE, Sophie Beau ha riconosciuto “le preoccupazioni dell’Italia di essere isolata sulla linea di frontiera, senza adeguato e sufficiente supporto da parte degli Stati Europei” e ha anche detto che “SOS MEDITERRANEE è pronta a firmare il Codice di Condotta se le sue principali preoccupazioni sono prese in considerazione negli emendamenti”

Rassicurati dagli incontri precedenti sul fatto che entrambe le parti – il Governo Italiano e le ONG – sono “vicine a un accordo reciproco”, SOS MEDITERRANEE ha suggerito nella lettera tre emendamenti chiave che permetterebbero a SOS MEDITERRANEE di firmare il codice di condotta proposto dal governo italiano e nello stesso tempo di continuare la sua vitale missione in mare in piena efficienza e sicurezza sia per i soccorritori che per i soccorsi.

Per poter firmare il Codice di Condotta, SOS MEDITERRANEE suggerisce di:

  • Specificare le regole per la idoneità tecnica delle navi di soccorso. La formulazione corrente è poco chiara e potrebbe condurre a differenti interpretazioni.

 

  • Chiarire che le navi delle ONG potranno, anche in futuro, trasferire le persone soccorse, sotto il coordinamento del MRCC italiano, su altre navi, come quelle della Guardia Costiera, quelle mercantili e di altre ONG. La bozza corrente del Codice di Condotta fa menzione di una restrizione di questi trasferimenti. A causa della attuale mancanza di mezzi istituzionali nel Mediterraneo Centrale, i trasferimenti sono necessari strumenti operativi per rendere le attività di soccorso più efficienti. In tal modo possiamo garantire che le persone salvate siano portate in un porto sicuro, mentre altre navi possono rimanere nella zona per salvare vite umane. Negli ultimi mesi i trasferimenti hanno permesso alle ONG di salvare migliaia di vite umane. SOS MEDITERRANEE concorda sul fatto che il MRCC italiano deve coordinare tali operazioni, secondo le normative marittime internazionali.

 

  • Chiarire le condizioni per consentire ai funzionari della polizia giudiziaria di salire a bordo dei mezzi di soccorso umanitario. SOS MEDITERRANEE chiede che questi non debbano essere stabilmente presenti a bordo e che non portino armi, in quanto ciò sarebbe in chiaro contrasto con i principi umanitari di neutralità e indipendenza. Inoltre, SOS MEDITERRANEE chiede che gli ufficiali di polizia giudiziaria non interferiscano con la missione umanitaria e i principi di SOS MEDITERRANEE. Riteniamo cruciale fornire un periodo di recupero completo di almeno 24 ore dopo il salvataggio a tutte le persone soccorse a bordo, per consentire loro di ottenere le cure mediche urgenti di cui hanno bisogno.

 

SOS MEDITERRANEE è fiduciosa che il Ministero dell’Interno italiano e le organizzazioni umanitarie che salvano vite in mare giungeranno a una conclusione finale, comunque sempre con la priorità di salvare vite umane.

SOS MEDITERRANEE è disponibile per ulteriori informazioni.

 


SOS MEDITERRANEE opera sulla nave di salvataggio AQUARIUS, un’imbarcazione di 77 metri, in collaborazione con MSF Olanda. L’AQUARIUS ha un equipaggio internazionale: lo staff nautico, una squadra di ricerca e salvataggio (SAR) e personale medico con esperienza. La nave può ospitare sino a 500 persone.
Da quando la missione SOS MEDITERRANEE ha preso il via, a fine febbraio, sono più di 21.000 le persone salvate e soccorse a bordo della nave AQUARIUS.
Le operazioni di SOS MEDITERRANEE nel Mediterraneo Centrale sono finanziate unicamente dalla società civile. Il costo delle attività di ricerca e soccorso in mare è elevato: 11.000 euro al giorno. Per questo, per continuare a salvare vite in mare, SOS MEDITERRANEE ha bisogno di un sostegno finanziario.
#TogetherForRescue


Link utili:

Contatto stampa : Barbara Amodeo b.amodeo@sosmediterranee.org

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